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Bulgaria OK: come trasferirsi in Bulgaria

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Investire in Bulgaria: i settori chiave sui quali vale la pena farlo

Attratti da una pressione fiscale alquanto bassa, da una burocrazia ridotta al minimo necessario e da una serietà istituzionale pressoché invidiabile, sono ormai molti gli italiani che cominciano a guardare di buon occhio alla Bulgaria. E’ lei, ormai, la “terra promessa” degli italiani in fuga dal Belpaese: il nuovo millennio l’ha effettivamente eletta come la nazione ideale presso cui rifarsi uno stile di vita, sostituendola di fatto a Germania e Svizzera che giusto poco tempo fa erano le mete predilette dai nostri antenati.

Chi vuole investire in Bulgaria, infatti, trova terreno fertile alla sua voglia di riscatto sociale; avvalorato dal fatto che l’economia di questo Paese ha margini di sviluppo ancora molto ampi. Ma in quali settori vale la pena investire se si vuol proprio guardare alla Bulgaria?

Uno dei più profittevoli ci riconduce senz’altro all’industria chimica, che come si evince dalla guida “Internazionalizzazione delle imprese italiane nell’Europa sud orientale balcanica”, assorbe il 12,4% del prodotto industriale bulgaro e rappresenta il 12,8% dell’export nazionale. A tal proposito vanno forte le lavorazioni di fertilizzanti, soda, materiale plastico e pvc.

Altro settore cruciale è quello del turismo, che secondo quanto elaborato dal report Phare rappresenta un vero e proprio patrimonio per l’economia bulgara: l’industria del turismo, qui, assorbe l’8,5% del PIL anche se i margini di crescita danno questa percentuale in costante crescita. Tra l’altro, a prova di come il turismo bulgaro stia attirando l’imprenditoria mondiale, basti guardare ai 424 milioni di dollari versati da una serie di investitori esteri con l’obiettivo sviluppare il circuito turistico locale.

Ma anche l’industria agroalimentare non se la cava mica male. I dati ci dicono che i prodotti di prima necessità contribuiscono al PIL nella misura del 18,4% e che rappresentano il 5,5% dell’export bulgaro: l’agroalimentare è a tutti gli effetti considerato come uno dei settori chiave dell’economia bulgara.

Va forte anche l’ingegneria meccanica, che nella scala della ricchezza industriale del Paese occupa una soddisfacente quarta posizione. A questo settore la Bulgaria deve oltre 500 società attive nella produzione di utensili, macchine agricole e trattori.

Tuttavia, per quanto questi settori appena analizzati possano ritenersi linfa vitale per quanti vogliano investire in Bulgaria, quello dei trasporti rimane indubbiamente uno dei patrimoni più forti di tutta la nazione. Per quanto riguarda i trasporti, infatti, la Bulgaria viene giustamente considerata come un importante crocevia dei commerci e della comunicazione internazionale: se la sua posizione geograficamente strategica assume un ruolo determinante in tutto ciò, il progressivo sviluppo delle reti di comunicazione fa il resto. Chi vuole investire nei trasporti bulgari, per lo più sfruttando la messa in comunicazione del Paese con la Turchia, il resto d’Europa ed il Medio Oriente, ha quindi modo di assicurarsi ottime opportunità di crescita.

In fondo bastano un po’ di inventiva da una parte ed un capitale (seppur minimo) dall’altra per realizzare la propria idea imprenditoriale in questo Paese che sempre più guardare avanti! Si tratterà di una missione resa facile da un tessuto economico e da un apparato burocratico degni di un Paese civile. L’esatto contrario di quanto avviene in Italia, là, dove il proliferare di capitali, lavoro e idee non ha neanche modo di trovare una strada su cui potersi concretizzare.

La Bulgaria Nata, sembra, nel 681 grazie a Khan Asparuch  sovrano dei proto-bulgari che si sono uniti con gli Slavi e i Traci (i più antichi abitanti del territorio). Secondo gli Archivi del Medio Evo, la parola “bulgaro” sarebbe legata al Volga. Alcuni pensano che derivi dal verbo “bulg” che significa “mischiare” secondo altri esperti, la vera traduzione della parola”bulgaro”sarebbe”ribelle,insorto”.

Paese mal conosciuto, a sole due ore di volo da Roma, la Bulgaria è sicuramente il più enigmatico paese dell’Europa, l’ultima terra incognita. Una nazione piccola con circa 8 milioni di abitanti e un paesaggio che varia tra montagne e foreste, pianure verdi e terre coltivate, fiumi e valli ed ogni tanto qualche piccolo centro abitato, si possono vedere gli animali che pascolano liberamente e ve li troverete anche ai bordi della strada, potrete ammirare le cicogne che nidificano sui pali della luce o sui camini. La Bulgaria è ancora un paese povero, ve ne accorgerete non appena vi allontanerete dalla capitale, dal treno noterete numerosi palazzi e soprattutto fabbriche chiuse, abbandonate ed in degrado. Gli stipendi medi si aggirano sui 250 € al mese ma il costo della vita non è molto alto. Sono evidenti i danni che il capitalismo selvaggio ha prodotto in questi anni così come le differenze di classe createsi ed il divario fra ricchi e poveri, detto ciò una buona parte della popolazione rimpiange la vecchia repubblica popolare. Per noi occidentali rappresenta pertanto ancora una destinazione molto economica ed allo stesso tempo interessante. La gente è molto dignitosa, disponibile anche ad effettuare tutto con un atteggiamento gentile, anche se pochi parlano inglese ad eccezione dei giovani e di chi lavora nel turismo. Le strutture ricettive, come gli ostelli, si sono molto sviluppate negli ultimi anni. I prezzi per un posto letto vanno dai 14-20 Leva (7-10 €). La cucina è deliziosa, numerosi chioschi soprattutto nei pressi delle stazioni dove comprare qualcosa di veloce (1-2 Lv). Mangiare in una taverna–ristorantino popolare, è economico e gustoso, per un pasto si spende tra i 6-8 Lv (3-4 €). I piatti tipici che vi consiglio di assaggiare sono: salumi (sudjuk, lukanka, pastrama) le zuppe (ciobar) fatte in diversi modi, ma soprattutto i più robusti e squisiti Musaka e Kavarma (carne di maiale o pollo a pezzettini, pomodori, peperoni, funghi, cipolla, spesso ricoperto da un uovo tutto immerso in una gradevole salsetta) serviti in graziose scodelline di terracotta, oppure potete scegliere i Kebabceta (polpettine allungate di carne macinata) o Kufteta (nella forma sferica), senza naturalmente dimenticarsi i peperoni farciti (pulneni cuski). Accompagnate il tutto con un’ottima birra bulgara come la Kamenitza o la Zagorka, per finire poi con la rakyia, una sorta di grappa. Nota positiva anche per il vino di ottima qualità prodotto in larga scala soprattutto nell’area sud  orientale e vicino il Mar Nero..

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Mezzi pubblici
Spostarsi a Sofia è molto rapido e semplice, grazie alla presenza di una  metropolitana e di efficienti mezzi pubblici. I mezzi pubblici: metro, tram, autobus e filobus raggiungono ogni quartiere della capitale bulgara. Oltre ai mezzi pubblici esistono anche dei mini-bus privati chiamati marshrutki, che hanno un itinerario ben definito. Il biglietto si acquista a bordo ed effettuano fermate a richiesta. Se non conoscete bene l’itinerario, meglio non usarli. La maggior parte dei servizi inizia alle 05:00 e termina alle 23:30. La metropolitana di Sofia è economica, sicura, moderna ed efficiente, ad esempio il costo del biglietto di una corsa è di 1.00 LV. cioè 0.51 euro, è possibile acquistare una carta ricaricabile ad un costo di 8.00 LV cioè 4.03 euro con la quale si possono effettuare 10 corse. La sicurezza è assicurata dalla costante presenza della polizia che vigila all’interno della metro stessa e all’esterno nelle varie stazioni intermedie. La prima linea della metro di Sofia (Obelya-Tsarigradsko Shosse) è stata inaugurata nel 1998 (tratta Slivnitsa Boulevard-Konstantin Velichkov Boulevard, 6.4 km), con successive estensioni nel 1998, 1999, 2000, 2009 e 2012; essa collega alcune delle principali polarità urbane, tra cui il centro storico, l’università e lo stadio. Si prevedono due estensioni verso sud (Business Park) e sud-est (Sofia Airport), la seconda in costruzione dal febbraio 2009. Dal dicembre 2008 è attiva una seconda linea (Linea 2, tratta Nadezhda-Lozenets, con passaggio presso la stazione ferroviaria), mentre ne è in programma anche una terza (Linea 3 Knyazhevo-Poduene-Vasil). Le 3 linee (il sistema completo prevede una lunghezza finale di 52 km, per una utenza attesa di circa 1 milione di passeggeri/giorno) avranno il classico interscambio centrale a triangolo, con vertici presso le fermate Serdika, NDK e St. Kliment Ohridski. Il prezzo per un biglietto per il bus ed il tram è sempre 1.00 lv. I biglietti sono gli stessi per tutti i tipi di trasporto di superficie. I biglietti devono essere perforati all’interno del veicolo con le macchinette obliteratrici, per gli abbonamenti su scheda magnetica a bordo dei mezzi si possono trovare delle macchinette di colore giallo, con istruzioni anche in inglese, con le quali si può convalidare il titolo di viaggio. Se vi scordare di farlo, durante un eventuale controllo verrete sottoposti al pagamento di una penalita’ pari a solo 1 lv. Se in una giornata si effettuano più di quattro cambi è meglio comprare una scheda per l’intera giornata. Il prezzo di questa scheda è 4,00 lv, indica la data e non va ne perforata ne’ convalidata. L’abbonamento mensile che può essere valido per tutti i mezzi di trasporto compresa la metro, invece è acquistabile ad un importo di 50 LV. Cioè 25.56 per un abbonamento personalizzato  o 60 LV. cioè 30.68 euro se si tratta di un abbonamento non personalizzato. Esistono ancora abbonamenti trimestrali il cui prezzo ammonta a 130 lv se personalizzato e a 156 lv se non personalizzato, abbonamenti semestrali che costano rispettivamente 255 lv e 306 lv, ed infine abbonamenti annuali al costo di  500 lv e 600 lv. I biglietti e le schede sono venduti nei chioschi ed ai botteghini e alle stazioni della metropolitana, i biglietti dei tram e bus possono essere acquistati a bordo dal conducente. Gli addetti alle vendite molto spesso non conoscono le lingue straniere quindi è meglio richiederli pronunciando “bilet ” (biglietto) o “karta ” (scheda). Per i bagagli ingombranti, ad esempio una valigia grande, occorre fare un biglietto a parte. Sui mezzi pubblici sono molto frequenti i controlli da parte del personale dell’azienda concessionaria e ovviamente chi viene trovato senza biglietto o abbonamento è soggetto al pagamento di una multa che puo’ arrivare fino a 20 volte il prezzo del biglietto stesso. Su tutti i mezzi di trasporto si può salire e scendere da tutte le porte indistintamente, da qualche anno sono state installate, presso le fermate dei tram e filobus, delle colonnine con display luminoso che informano gli utenti sul tempi di attesa delle varie linee.


Cipro: instabilità e prelievo sui conti bancari. Meglio la Bulgaria!

Professionisti dell’alta finanza ma anche semplici comuni mortali, hanno sempre visto in Cipro una meta ideale presso cui appagare le proprie esigenze professionali, economiche e finanziarie.

Definita al pari di un paradiso fiscale, l’isola di Cipro è effettivamente figlia di quel business bancario che nel corso degli anni sembrava averla resa una località sempre più promettente ed in forte via di sviluppo. Tuttavia quanto accaduto la scorsa primavera pare aver ribaltato i buoni propositi su cui avremmo potuto contare fino a poco tempo fa: Cipro si è difatti resa protagonista di una crisi economica (o meglio, finanziaria) degna della più temibile scia greca.

Ma cosa è accaduto a Cipro nel corso di questo tempo? Può, l’isola, tornare a rappresentare un valido punto d’approdo presso cui liberare i propri investimenti o nel quale piantare le radici per un serio cambiamento di vita?

La risposta è Nì! Già, perché se da un lato non si può di certo dire che l’economia locale versi nelle stesse condizioni di qualche mese fa, dall’altro è anche doveroso ammettere che Cipro non è affatto tornata ad essere il paradiso d’Europa. Il Fondo Monetario Internazionale ha sbloccato i tanto agognati aiuti da 10 miliardi di euro, a fronte però di una ristrutturazione del sistema-Paese e di un prelievo forzoso sui conti bancari che hanno contribuito a rendere l’isola ancora poco sicura sotto il punto di vista degli investimenti.

I conti corrente sopra i 100 mila euro custoditi nella Bank Of Cyprus, sono stati oggetto di un prelievo forzoso del 47,5%. In cambio, i titolari di questi conti hanno ricevuto azioni della stessa banca. Nel frattempo occorrerà procedere alla ricapitalizzazione delle due più grandi banche rappresentate da Laiki Bank e dalla Banca di Cipro, e di contro proseguire sulla via delle riforme tanto invocate dal triumvirato formato da Fmi, Ue e Bce.
Nello specifico, si parla di una ristrutturazione del fisco tale da consentire al Governo cipriota di recuperare almeno 5,8 miliardi di euro.

Insomma, l’isola di Cipro, almeno per il momento, non può affatto essere considerata credibile né agli occhi degli investitori né tanto meno risultare stabile da quanti desiderino di trasferirsi in una località straniera alla ricerca di una “terra promessa”.

Diversa è invece la situazione della Bulgaria, una delle località dell’Est che oggi come oggi risulta tra le più emergenti del panorama economico-politico europeo. Dall’alto della solidità delle sue finanze, di una pressione fiscale tra le più basse del Vecchio Continente, di un tasso di disoccupazione contenuto e di un debito pubblico decisamente più sotto controllo rispetto a quanto non lo sia quello italiano, la Bulgaria rappresenta ormai una vera e propria opportunità di vita per chiunque voglia cambiare aria.

Già solo confrontando la situazione bancaria bulgara con la poc’anzi accennata condizione cipriota, abbiamo modo di constatare le più solide basi su cui può poggiare la Bulgaria.
Basti pensare al fatto che, se le banche di Cipro sono in continua insofferenza, quelle bulgare possono invece contare su un quadro macroeconomico più stabile e su un sistema di bilancio più solido.

Non a caso gli invitanti tassi di interesse applicati dalle banche bulgare, hanno fatto lievitare il numero di depositi che gli stranieri stanno via via affidando a questo Paese: nel mese di marzo 2013, infatti, il numero di depositi in Bulgaria si attestava a 714 quando solo tre mesi prima lo stesso parametro riconduceva a 649 unità, mentre l’anno precedente scendeva persino a 558 unità.
In sostanza, il numero di depositi stranieri custoditi dalle banche bulgare è aumentato del 34% in un solo anno! Continuano a crescere di pari passo anche i depositi dei bulgari stessi, che tra il 2011 e il 2012 hanno registrato un considerevole salto di +3,97 miliardi!